Per l’Italia sta per arrivare un periodo che si preannuncia rovente non solo per colpa delle alte temperature legate al cambiamento climatico. Infatti, secondo gli ultimi rilievi, sono a rischio le prossime due rate del PNRR di cui la prima ammonta a ben 19 miliardi.
A cosa è dovuto il ritardo
La ragione riguarda il ritardo sugli obiettivi e, secondo una stima del sole 24 ore, bisognerebbe centrarne ben 13 in pochi giorni contando che dall’inizio ne sono stati raggiunti solamente cinque. Le maggiori difficoltà si presentano soprattutto nelle regioni del sud, impedendo alla tranche di aiuti per la avviare opere importanti e moderne che prevedono anche rilievi con laser scanner di partire.
Le richieste dell’Italia
Per ovviare a questo problema, sono arrivati in Europa i commissari del governo italiano a chiedere maggiore flessibilità nell’impiego dei fondi. Le ragioni portate solo soprattutto l’inflazione e l’aumento di costi relativi a materie prime ed energia.
Per fortuna la commissione europea si è dimostrata attenta alle richieste italiane tuttavia pretende un certo rigore. Infatti, la richiesta è quella di dimostrare la ricaduta degli aumenti sopracitati sui progetti inviati. In realtà, le tempistiche concesse all’Italia già hanno previsto una dilatazione dei tempi. Infatti, il test e le verifiche in merito agli obiettivi da raggiungere entro dicembre 2022 è slittato da fine febbraio a fine marzo lasciando quindi un mese di respiro in più rispetto a quanto previsto in un primissimo momento
Allo stesso tempo, la missione del governo cerca anche di integrare al PNRR altri progetti, come quello del RePowerEu. Tuttavia, spostare progetti da un fondo all’altro per beneficiare di scadenze meno rigide non è così semplice per la presenza di determinate norme.
I timori dell’Unione Europea
Dal canto suo, l’Europa esprime i suoi dubbi principalmente su due punti; il primo in merito ai sistemi di controllo a guida nazionale che potrebbero rivelarsi inaffidabili. In secondo luogo, i ritardi del Piano di Resilienza Rilancio e lo spostamento dei progetti da un fondo all’altro potrebbero attirare la criminalità organizzata che naturalmente banchetterebbe con tutto questo ben di Dio.